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English summary: Dante, il Profeta e il Libro is a comparative study of the role of the Holy Book in the legend of the bull in the Divine Comedy, particularly in Inferno XXVIII, and in Filippino Lippi’s painting, The Adoration of the Golden Calf. Italian summary: Gia verso il XII secolo inizia a circolare nel Mediterraneo una leggenda nata nell’ Oriente cristiano e subito diffusa in Occidente: la leggenda del libro sacro mandato da Dio al Profeta per mezzo di un toro che lo porta tra le sue corna, sotto gli occhi della folla attonita riunita su una montagna, proprio come Mose sul Sinai riceve le tavole della nuova Legge. Un’ altra leggenda, piu diffusa in Italia e tra i commentatori danteschi del XIV secolo, racconta di una colomba che un religioso, irato contro la Chiesa, ha addestrato a beccare nell’ orecchio del giovane Maometto, in modo che si creda che sia lo Spirito Santo disceso a dettargli la nuova Legge dell’ Islam. Questo saggio studia il ruolo del Libro sacro nella leggenda del toro nella Commedia di Dante, e in particolare nel canto XXVIII dell'Inferno, e nel dipinto l’ Adorazione del vitello d’ oro di Filippino Lippi (1502). Nel canto XXVIII dell'Inferno, in cui sono puniti gli scismatici e i seminatori di discordia, Dante non spiega quale sia la colpa del personaggio Maometto che, diviso com'e, sembra essere proprio un libro che si squaderna, aperto e lacerato: secondo la legge del contrappasso, potrebbe essere quel Libro portato dal toro, che, secondo i polemisti cristiani, era la contraffazione e manipolazione della Bibbia. Per comprendere gli elementi costitutivi del dipinto del Lippi il saggio tiene conto dell’ impatto prodotto in Occidente dalla caduta di Costantinopoli (1453) e dal timore per l’ espansione turca, e in particolare dell’ importanza del Libro - e quindi della conoscenza - nel ciclo di affreschi della cappella Carafa in Santa Maria sopra Minerva (1488-1493), una chiesa sorta proprio nei pressi del tempio di Minerva Calchidica. Arriva cosi a proporre una nuova ipotesi di lettura di quel toro sospeso in aria: se rappresenta il nuovo idolo adorato dal popolo in preda all’ irrazionalita e al delirio, il quadro esprime il timore di una nuova barbarie che si contrappone alla compostezza dei costumi e di un atteggiamento misurato incoraggiato dal sapere cristiano e antico racchiuso nel Libro, contro ogni forma di oscurantismo.
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English summary: Dante, il Profeta e il Libro is a comparative study of the role of the Holy Book in the legend of the bull in the Divine Comedy, particularly in Inferno XXVIII, and in Filippino Lippi’s painting, The Adoration of the Golden Calf. Italian summary: Gia verso il XII secolo inizia a circolare nel Mediterraneo una leggenda nata nell’ Oriente cristiano e subito diffusa in Occidente: la leggenda del libro sacro mandato da Dio al Profeta per mezzo di un toro che lo porta tra le sue corna, sotto gli occhi della folla attonita riunita su una montagna, proprio come Mose sul Sinai riceve le tavole della nuova Legge. Un’ altra leggenda, piu diffusa in Italia e tra i commentatori danteschi del XIV secolo, racconta di una colomba che un religioso, irato contro la Chiesa, ha addestrato a beccare nell’ orecchio del giovane Maometto, in modo che si creda che sia lo Spirito Santo disceso a dettargli la nuova Legge dell’ Islam. Questo saggio studia il ruolo del Libro sacro nella leggenda del toro nella Commedia di Dante, e in particolare nel canto XXVIII dell'Inferno, e nel dipinto l’ Adorazione del vitello d’ oro di Filippino Lippi (1502). Nel canto XXVIII dell'Inferno, in cui sono puniti gli scismatici e i seminatori di discordia, Dante non spiega quale sia la colpa del personaggio Maometto che, diviso com'e, sembra essere proprio un libro che si squaderna, aperto e lacerato: secondo la legge del contrappasso, potrebbe essere quel Libro portato dal toro, che, secondo i polemisti cristiani, era la contraffazione e manipolazione della Bibbia. Per comprendere gli elementi costitutivi del dipinto del Lippi il saggio tiene conto dell’ impatto prodotto in Occidente dalla caduta di Costantinopoli (1453) e dal timore per l’ espansione turca, e in particolare dell’ importanza del Libro - e quindi della conoscenza - nel ciclo di affreschi della cappella Carafa in Santa Maria sopra Minerva (1488-1493), una chiesa sorta proprio nei pressi del tempio di Minerva Calchidica. Arriva cosi a proporre una nuova ipotesi di lettura di quel toro sospeso in aria: se rappresenta il nuovo idolo adorato dal popolo in preda all’ irrazionalita e al delirio, il quadro esprime il timore di una nuova barbarie che si contrappone alla compostezza dei costumi e di un atteggiamento misurato incoraggiato dal sapere cristiano e antico racchiuso nel Libro, contro ogni forma di oscurantismo.