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This title is printed to order. This book may have been self-published. If so, we cannot guarantee the quality of the content. In the main most books will have gone through the editing process however some may not. We therefore suggest that you be aware of this before ordering this book. If in doubt check either the author or publisher’s details as we are unable to accept any returns unless they are faulty. Please contact us if you have any questions.
Il conte di La Ghirara e un libro nel quale Francesco Mariano Marchio, con scorrevole prosa, racconta una sintesi quanto mai efficace della vita di un suo caro amico, di un qualcosa che non esiste piu come quel sistema di vita immutato per secoli in cui tutto si svolgeva secondo un razionale uso delle risorse e del tempo. Fa una fotografia puntuale, precisa nei particolari che pare abbia secoli e invece risale solo ad alcune decine di anni fa, un racconto simpatico di una vita vissuta tra Genova e provincia e l'appennino tosco emiliano, nel quale assurgono a rango di personaggi persone comuni come quel tale che assomigliava a Badoglio, a quella che faceva la polenta con la farina di castagne, ad un parroco taccagno con i chierichetti. Accanto alla vita spicciola vi e la narrazione di fatti importanti come la presenza delle truppe tedesche, la lotta partigiana, la lotta quotidiana per la vita. Nel raccontare gli avvenimenti Marchio esprime l'affetto sincero e profondo per i luoghi della sua giovinezza, fa trasparire inequivocabilmente la consapevole e coerente opinione su fatti storici, su debolezze e soprattutto su ipocrisie e trasformismi sia umani, sia della societa, ma lo fa con rispetto per le diverse opinioni e sempre con l'apertura al confronto senza la pretesa di possedere la verita assoluta e di voler impartire insegnamenti. Il conte di La Ghirara e la sintesi, anche ironica, di una vita vissuta imparando ad apprezzare le piccole cose ed a saper trarre gioia dalla natura nelle sue varie espressioni, a vivere nel rispetto dei valori sui quali e basata la nostra cultura, a saper accettare gli avvenimenti e le varie epoche come il normale ed ineludibile passaggio del tempo. Su questi valori si chiude il libro di Marchio con l'invito a saper gioire delle cose che ci sono state date, alle quali spesso non prestiamo attenzione per poi pentircene quando ormai e troppo tardi.
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Il conte di La Ghirara e un libro nel quale Francesco Mariano Marchio, con scorrevole prosa, racconta una sintesi quanto mai efficace della vita di un suo caro amico, di un qualcosa che non esiste piu come quel sistema di vita immutato per secoli in cui tutto si svolgeva secondo un razionale uso delle risorse e del tempo. Fa una fotografia puntuale, precisa nei particolari che pare abbia secoli e invece risale solo ad alcune decine di anni fa, un racconto simpatico di una vita vissuta tra Genova e provincia e l'appennino tosco emiliano, nel quale assurgono a rango di personaggi persone comuni come quel tale che assomigliava a Badoglio, a quella che faceva la polenta con la farina di castagne, ad un parroco taccagno con i chierichetti. Accanto alla vita spicciola vi e la narrazione di fatti importanti come la presenza delle truppe tedesche, la lotta partigiana, la lotta quotidiana per la vita. Nel raccontare gli avvenimenti Marchio esprime l'affetto sincero e profondo per i luoghi della sua giovinezza, fa trasparire inequivocabilmente la consapevole e coerente opinione su fatti storici, su debolezze e soprattutto su ipocrisie e trasformismi sia umani, sia della societa, ma lo fa con rispetto per le diverse opinioni e sempre con l'apertura al confronto senza la pretesa di possedere la verita assoluta e di voler impartire insegnamenti. Il conte di La Ghirara e la sintesi, anche ironica, di una vita vissuta imparando ad apprezzare le piccole cose ed a saper trarre gioia dalla natura nelle sue varie espressioni, a vivere nel rispetto dei valori sui quali e basata la nostra cultura, a saper accettare gli avvenimenti e le varie epoche come il normale ed ineludibile passaggio del tempo. Su questi valori si chiude il libro di Marchio con l'invito a saper gioire delle cose che ci sono state date, alle quali spesso non prestiamo attenzione per poi pentircene quando ormai e troppo tardi.