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Italian description: Dall'introduzione di M. Harari: Icone del mondo antico: un seminario di storia delle immagini raccoglie diciassette contributi di giovani studiosi d'arte antica su temi d'iconografia latamente distribuiti nel tempo e nello spazio (oriente e orientalizzante, Grecia, Etruria, mondo italico e Roma), che furono presentati nella giornata di studio del 25 novembre 2005, al Collegio Ghislieri dell'Universita di Pavia.Dalle conclusioni di C. Isler-Kerenyi: Dai contributi qui raccolti si ricava ripetutamente l'impressione che l'immagine figurata avesse, nel mondo italico precedente l'ellenismo, uno statuto diverso rispetto al mondo greco. Il che sembra costituire, per gli studiosi delle generazioni emergenti, un particolare stimolo a intraprenderne la lettura. La tendenza a considerare le immagini etrusche solo come riflessi piu o meno fedeli di creazioni greche pare comunque ormai superata. E nemmeno ci si accontenta di leggerle unicamente come l'espressione di classi o persone desiderose di esibire ed eternare prestigio e potere. Vige invece in genere il presupposto che - in un mondo in cui creare e recepire immagini era un'esperienza tutt'altro che ovvia - anche figurazioni a prima vista enigmatiche, contraddittorie, estranee all'estetica greca, dovessero avere un senso ed intendessero esprimere qualcosa di importante. Per chi e abituato a lavorare sul materiale iconografico greco l'insufficienza di supporti testuali di argomento mitologico puo pero sembrare un ostacolo. Nel tentativo di afferrare il senso di quelle immagini e invece spesso proprio questa lacuna normalmente incolmabile a risultare feconda.
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Italian description: Dall'introduzione di M. Harari: Icone del mondo antico: un seminario di storia delle immagini raccoglie diciassette contributi di giovani studiosi d'arte antica su temi d'iconografia latamente distribuiti nel tempo e nello spazio (oriente e orientalizzante, Grecia, Etruria, mondo italico e Roma), che furono presentati nella giornata di studio del 25 novembre 2005, al Collegio Ghislieri dell'Universita di Pavia.Dalle conclusioni di C. Isler-Kerenyi: Dai contributi qui raccolti si ricava ripetutamente l'impressione che l'immagine figurata avesse, nel mondo italico precedente l'ellenismo, uno statuto diverso rispetto al mondo greco. Il che sembra costituire, per gli studiosi delle generazioni emergenti, un particolare stimolo a intraprenderne la lettura. La tendenza a considerare le immagini etrusche solo come riflessi piu o meno fedeli di creazioni greche pare comunque ormai superata. E nemmeno ci si accontenta di leggerle unicamente come l'espressione di classi o persone desiderose di esibire ed eternare prestigio e potere. Vige invece in genere il presupposto che - in un mondo in cui creare e recepire immagini era un'esperienza tutt'altro che ovvia - anche figurazioni a prima vista enigmatiche, contraddittorie, estranee all'estetica greca, dovessero avere un senso ed intendessero esprimere qualcosa di importante. Per chi e abituato a lavorare sul materiale iconografico greco l'insufficienza di supporti testuali di argomento mitologico puo pero sembrare un ostacolo. Nel tentativo di afferrare il senso di quelle immagini e invece spesso proprio questa lacuna normalmente incolmabile a risultare feconda.