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Si sa che il termine teodicea e stato usato per la prima volta da Leibniz nel 1697 per indicare il problema della conciliazione tra la bonta di Dio e il male esistente nel mondo, e nel 1710 esso comparve nel titolo di una sua opera. Per Leibniz e per Kant la teodicea e la giustificazione di Dio sulla base della ragione, e in seguito il termine e passato a designare anche la teologia naturale, ampliando cosi il suo significato originario. Negli studi biblici il termine non ha trovato accesso in nessuno dei due sensi indicati. J.L. Crenshaw ritiene che la sapienza puo essere intesa come un tentativo da parte dell'uomo di intendere se stesso in rapporto alla natura, agli altri uomini e a Dio, riservando solo a questo ultimo punto l'appellativo di teodicea; tuttavia lo stesso autore sottolinea anche che all'origine di ognuno dei tre punti sta sempre il tentativo dell'uomo di dare un senso a se stesso, sicche il problema sorge non quando e Dio ad essere posto in questione, ma l'uomo; si potrebbe parlare piuttosto di una antropodicea. In Israele si cerca di sfuggire ad una teodicea basata sull'idea razionale di una ricompensa, e W. Eichrodt ne ha indicato tre vie concrete: L'attenersi al messaggio profetico sul Dio che viene, l'esperienza del Dio vicino e la fede nella creazione.
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Si sa che il termine teodicea e stato usato per la prima volta da Leibniz nel 1697 per indicare il problema della conciliazione tra la bonta di Dio e il male esistente nel mondo, e nel 1710 esso comparve nel titolo di una sua opera. Per Leibniz e per Kant la teodicea e la giustificazione di Dio sulla base della ragione, e in seguito il termine e passato a designare anche la teologia naturale, ampliando cosi il suo significato originario. Negli studi biblici il termine non ha trovato accesso in nessuno dei due sensi indicati. J.L. Crenshaw ritiene che la sapienza puo essere intesa come un tentativo da parte dell'uomo di intendere se stesso in rapporto alla natura, agli altri uomini e a Dio, riservando solo a questo ultimo punto l'appellativo di teodicea; tuttavia lo stesso autore sottolinea anche che all'origine di ognuno dei tre punti sta sempre il tentativo dell'uomo di dare un senso a se stesso, sicche il problema sorge non quando e Dio ad essere posto in questione, ma l'uomo; si potrebbe parlare piuttosto di una antropodicea. In Israele si cerca di sfuggire ad una teodicea basata sull'idea razionale di una ricompensa, e W. Eichrodt ne ha indicato tre vie concrete: L'attenersi al messaggio profetico sul Dio che viene, l'esperienza del Dio vicino e la fede nella creazione.