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Come si fa a sopravvivere, in tempo di crisi, senza abbattersi e senza privarsi delle piccole cose che danno quel tocco speciale a giornate tutte uguali? Ce lo racconta Emma T., dove la T. sta per Travet, cognome piemontese assai comune, niente a che vedere con Emma Thompson. Ha ventisei anni, abita in una citta di provincia vicino a Torino, di lavoro fa la giornalista pubblicista, quasi giornalmente sfruttata dal suo capo, Mr Vintage. Rinchiudersi tutti i giorni (sabato mattina compreso) in una redazione locale non e il massimo. Sarebbe meglio scrivere per Vanity Fair, al quale invia, da due anni a questa parte, un curriculum e diversi suoi articoli a settimana. Prima o poi, almeno per sfinimento, confida che qualcuno le risponda.
La storia di una ragazza normale che tra avventure e disavventure, con spirito di iniziativa, grinta e ottimismo segue le proprie aspirazioni. Uno stile fresco e dinamico, quasi una sceneggiatura, con immagini e situazioni tratte dalla vita di tutti i giorni, viste attraverso gli occhi di chi si definisce precaria, si, ma con stile.
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Come si fa a sopravvivere, in tempo di crisi, senza abbattersi e senza privarsi delle piccole cose che danno quel tocco speciale a giornate tutte uguali? Ce lo racconta Emma T., dove la T. sta per Travet, cognome piemontese assai comune, niente a che vedere con Emma Thompson. Ha ventisei anni, abita in una citta di provincia vicino a Torino, di lavoro fa la giornalista pubblicista, quasi giornalmente sfruttata dal suo capo, Mr Vintage. Rinchiudersi tutti i giorni (sabato mattina compreso) in una redazione locale non e il massimo. Sarebbe meglio scrivere per Vanity Fair, al quale invia, da due anni a questa parte, un curriculum e diversi suoi articoli a settimana. Prima o poi, almeno per sfinimento, confida che qualcuno le risponda.
La storia di una ragazza normale che tra avventure e disavventure, con spirito di iniziativa, grinta e ottimismo segue le proprie aspirazioni. Uno stile fresco e dinamico, quasi una sceneggiatura, con immagini e situazioni tratte dalla vita di tutti i giorni, viste attraverso gli occhi di chi si definisce precaria, si, ma con stile.