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This title is printed to order. This book may have been self-published. If so, we cannot guarantee the quality of the content. In the main most books will have gone through the editing process however some may not. We therefore suggest that you be aware of this before ordering this book. If in doubt check either the author or publisher’s details as we are unable to accept any returns unless they are faulty. Please contact us if you have any questions.
I tempi sono maturi per cominciare a interrogarsi su quella che viene chiamata democrazia elettronica, ossia la democrazia esercitata attraverso gli strumenti dell'information technology, con la consapevolezza che, benche la tecnologia non sia ne buona ne cattiva ne neutrale (come dice lo storico della tecnologia Melvin Kranzberg), essa inevitabilmente condiziona il nostro modo di agire creando affordances, possibilita di azione, che prima non esistevano. Non si tratta quindi solo di studiare cio che di nuovo e possibile fare, ma anche il modo nuovo in cui e possibile fare cose vecchie, consapevoli che il modo e in grado di determinare il senso dell'azione (secondo la lezione di Marshall McLuan il mezzo e il messaggio ). Non si tratta ovviamente di sposare concezioni essenzialistiche della tecnologia (se tali concezioni sono pure possibili), ma di indagare il modo in cui le tecnologie vengono usate dalla popolazione e normate dal legislatore e di come, conversamente, le tecnologie modifichino l'idea di popolo e di attivita legislativa. […] In un contesto di elevata complessita come quello che ho brevemente descritto (e che viene assai meglio descritto e approfondito nel libro che vi apprestate a leggere), sono naturalmente destinati a fallire tutti i tentativi che cercano di ridurre la democrazia a una delle sue componenti: la democrazia e, come dice una famosa canzone di Giorgio Gaber, partecipazione, pero anche trasparenza (ma non solo trasparenza); la democrazia e liberta di conoscenza e di informazione, ma anche il riconoscimento di una serie di diritti che vanno aldila del diritto positivo; infine (ma solo per finire questo elenco rapsodico e incompleto) la democrazia e anche, io credo, la possibilita del singolo di delegare razionalmente il proprio potere di decisione politica, al fine di proseguire la propria personale ricerca della felicita.
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I tempi sono maturi per cominciare a interrogarsi su quella che viene chiamata democrazia elettronica, ossia la democrazia esercitata attraverso gli strumenti dell'information technology, con la consapevolezza che, benche la tecnologia non sia ne buona ne cattiva ne neutrale (come dice lo storico della tecnologia Melvin Kranzberg), essa inevitabilmente condiziona il nostro modo di agire creando affordances, possibilita di azione, che prima non esistevano. Non si tratta quindi solo di studiare cio che di nuovo e possibile fare, ma anche il modo nuovo in cui e possibile fare cose vecchie, consapevoli che il modo e in grado di determinare il senso dell'azione (secondo la lezione di Marshall McLuan il mezzo e il messaggio ). Non si tratta ovviamente di sposare concezioni essenzialistiche della tecnologia (se tali concezioni sono pure possibili), ma di indagare il modo in cui le tecnologie vengono usate dalla popolazione e normate dal legislatore e di come, conversamente, le tecnologie modifichino l'idea di popolo e di attivita legislativa. […] In un contesto di elevata complessita come quello che ho brevemente descritto (e che viene assai meglio descritto e approfondito nel libro che vi apprestate a leggere), sono naturalmente destinati a fallire tutti i tentativi che cercano di ridurre la democrazia a una delle sue componenti: la democrazia e, come dice una famosa canzone di Giorgio Gaber, partecipazione, pero anche trasparenza (ma non solo trasparenza); la democrazia e liberta di conoscenza e di informazione, ma anche il riconoscimento di una serie di diritti che vanno aldila del diritto positivo; infine (ma solo per finire questo elenco rapsodico e incompleto) la democrazia e anche, io credo, la possibilita del singolo di delegare razionalmente il proprio potere di decisione politica, al fine di proseguire la propria personale ricerca della felicita.