I Cartulari Di S. Pietro in Maone Presso Rovigo (Sec. XII-XV)
Donato Gallo,Primo Griguolo
I Cartulari Di S. Pietro in Maone Presso Rovigo (Sec. XII-XV)
Donato Gallo,Primo Griguolo
Questo ventisettesimo volume delle Fonti per la storia della Terraferma veneta tocca l'attuale provincia di Rovigo, un'area che non era ancora stata inserita nella collana. La documentazione concernente il medioevo palesano e numericamente piuttosto esigua e spesso dispersa negli archivi di citta che hanno esercitato potere civile o ecclesiastico sul Polesine medievale, come Venezia, Ferrara e Ravenna. Un carenza di fonti documentarie che ha condizionato e condiziona ancora la ricerca storica su questo territorio: da una parte per la prolungata assenza nell'area tra l'Adige e il Po di un vero centro urbano, dopo l'eclissi di Adra nell'alto medioevo; dall'altra per le condizioni ambientali particolarmente difficili, non solo nei primi secoli del Medioevo ma anche nelle fasi piu tarde, per la natura anfibia di queste terre. E questo un tratto tipico del paesaggio veneto nelle pianure solcate da numerosi corsi fluviali sfocianti nelle aree deltizie e lagunari: cosi diverso dalle colline e dalle montagne, ma altrettanto essenziale per costituire l'armoniosa varieta del territorio regionale. Esistente di certo nella prima meta del secolo XI, il monastero benedettino di S. Pietro in Maone, a sud-est di Rovigo, fu soggetto direttamente all'arcivescovo di Ravenna, situato com'era in una sorta di vasta enclave ravennate sopravvissuta per lunghi secoli. A partire dai primi del Duecento inizio una fase di decadenza: nel 1220 il monastero risulta, infatti, distrutto dalle inondazioni e successivamente affidato a chierici secolari, sempre sotto il grande ombrello protettivo dell'arcivescovo di Ravenna; infine nel 1474 i suoi beni furono incorporati nell'abbazia olivetana di S. Bartolomeo di Rovigo. I documenti qui pubblicati mostrano che l'influsso economico e religioso di S. Pietro in Maone si estese notevolmente nel Rodigino e in alcune zone del Ferrarese, per spingersi sino all'area della Bassa Padovana tra Tribano, Pernumia e Monselice, attraverso l'acquisizione di un ampio patrimonio fondiario dato in concessione a coltivatori con tipici contratti a lunghissimo periodo, ma anche grazie allo sfruttamento di vaste aree vallive destinate alla pesca. Queste vicende rendono conto anche della lenta organizzazione territoriale del Polesine: un territorio privo di citta, nel quale solo alla fine del medioevo Rovigo comincio a prevalere sugli altri castelli e cittadine e a svolgere una funzione di coordinamento territoriale. Non a caso, e nella Biblioteca della piu importante istituzione culturale di Rovigo, la plurisecolare Accademia dei Concordi, che si conserva gran parte della superstite documentazione di S. Pietro in Maone.
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